Nei primi mesi dello scorso anno i cieli di tutto l'emisfero
settentrionale sono stati illuminati dalla luce della cometa Hale
Bopp, scoperta l'anno precedente nella stessa notte da un astronomo
professionista, Alan Hale, nel cielo del New Mexico, e da Tom
Bopp, un astrofilo dell'Arizona.  Un'immagine della cometa Hale-Bopp scattata da Michael Brown (University
of Melbourne) il 2 marzo 1998 con il telescopio dell'Osservatorio
di Mount Stromlo and Siding Spring. La coda della cometa si vede
chiaramente mentre si allunga verso un gruppo di galassie.
Hale comunicò via posta
elettronica la notizia della sua scoperta, confermata da un fax
di Bopp. Da allora i siti specializzati si sono moltiplicati;
e nel sito della Nasa c'è anche la sua home page: www-b.jpl.nasa.gov/comet/index.html.
Un'altra cometa famosa ha suscitato interesse solcando il cielo
nel 1996, la Hyakutake, mentre la più famosa è indubbiamente
la cometa di Halley, che ogni 76 anni attraversa l'orbita terrestre.
È nella nebulosa di Oort, ai confini estremi del sistema
solare, che nascono le comete: i nuclei non sono altro che agglomerati
di polveri, metalli e ghiaccio, tenuti insieme dalle mutue forze
di attrazione gravitazionale. Il nucleo della cometa, normalmente
scuro, diventa attivo man mano che si avvicina al sole. Quando
la radiazione solare è sufficientemente intensa, il ghiaccio
vaporizza e il nucleo espelle gas e polvere in tutte le direzioni,
formando un involucro gassoso piuttosto denso di forma tondeggiante,
detto "chioma", circondata da una nube di idrogeno neutro
molto rarefatto. Per interazione della chioma con il vento solare,
si forma la coda, una lunghissima striscia di gas, polvere e ioni,
che si estende per decine di milioni di chilometri. Ad ogni passaggio
vicino al Sole, la cometa perde una frazione significativa del
suo materiale, consumandosi progressivamente ad ogni successivo
passaggio al perielio e abbandonando nello spazio detriti rocciosi
e polveri. Dopo un certo numero di passaggi, la cometa si disgregherà
dato che la forza di attrazione reciproca tra i componenti il
nucleo non è più sufficiente a tenerli uniti.
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